La terapia del diabete di tipo 2 ha il duplice scopo di eliminare la sintomatologia (poliuria e polidipsia) e di evitare le complicanze a lungo termine della malattia. L’eliminazione dei sintomi può essere ottenuta abbastanza facilmente, al contrario la prevenzione delle complicanze del diabete richiede un controllo glicemico più stretto, con valori della glicemia più vicini alla normalità.
La definizione del profilo di rischio cardio renale del paziente diabetico e la sua gestione terapeutica rappresentano indubbiamente uno dei maggiori impegni dell’attività della medicina generale.
Negli studi epidemiologici condotti su pazienti diabetici, anche l’incidenza di infarto del miocardio, ictus e mortalità cardiovascolare correla con il controllo metabolico. È stato stimato che il rischio di eventi cardiovascolari aumenti del 13-16% per ogni aumento dell’1% del valore di HbA1c.
Mentre la nefropatia diabetica è una delle principali complicanze del diabete mellito (sia del tipo 1 che del tipo 2), nonché la principale causa di insufficienza renale terminale in fase dialitica.
Si rende, pertanto, opportuna una precisa definizione di ruoli e competenze ed una condivisione dei percorsi terapeutici nella gestione del paziente diabetico con rischio cardiorenale tra ospedale e territorio.